Lo chiamano “gender pay gap”: la differenza tra retribuzioni per lo stesso numero di ore lavorate. Un avvocato guadagna 52.777euro, la collega si ferma a 23.500.

Di questo passo, per azzerare le differenze di reddito tra donne e uomini bisognerà aspettare almeno un altro secolo.

E non è detto che basti, dal momento che, ad esempio, per superare il gender pay gap pare davvero indispensabile una vera e propria rivoluzione culturale, capace di mutare profondamente l’organizzazione della società.

“Non è una provocazione dire che alla disparità si impara ad abituarsi fin dal principio, se è vero che tra i14ei 17anni chi percepisce una paghetta è il 42 per cento delle ragazze contro il 53 dei ragazzi”, dice Sandra Mori, data protection officer Europe per Coca Cola e ambassador di #InclusioneDonna, il network di 50 associazioni di manager, libere professioniste, imprenditrici e lavoratrici dipendenti che non si rassegnano alle conseguenze della disparità.

Anche per l’economia del Paese che si permette il lusso di avere un tasso di occupazione femminile di appena il 49,5 %, contro una media europea del 63.E di posizionarsi al 126°posto nel mondo per parità di salario tra uomini e donne.

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