Il Terzo pilastro al quale ancorare sviluppo, innovazione, inclusione.

Se proviamo a unire i puntini che legano l’approvazione da parte della Commissione europea del Green Deal (mille miliardi di investimenti in 10 anni per l’economia verde), l’ennesima dichiarazione del ‘re’ degli investitori, Larry Fink, presidente del colosso finanziario BlackRock (gestisce circa 7mila miliardi di dollari), che annuncia un trasformazione epocale nella finanza ‘dichiarando guerra’ al business insostenibile e di breve periodo, e il nuovo Manifesto dei big dell’economia in occasione di Davos 2020 (che modifica il codice etico dell’impresa, fermo al 1973), è ragionevole pensare che dalle parole stiamo passando ai fatti e che il ‘dogma’ della massimizzazione del profitto, come moralità dell’impresa, sta lentamente arretrando.

Il combinato disposto di questi tre fatti, esplicita la direzione verso cui l’economia si sta dirigendo ossia quella di una maggiore sostenibilità ambientale e sociale: cosa in sé molto positiva ma che non è sufficiente per sopperire alla mancanza di inclusione, troppo spesso assente nei meccanismi di produzione del valore (spesso orientati all’estrazione e non alla generatività).

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